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descrizione, interpretazione e storia recente dell'opera

description, interpretation and recent history of the work

L'opera il "ritratto di Lecco o del Lario (o "Cristo del Lario o Cristo di Lecco") è un disegno a sanguigna su carta color avorio vergata e filigranata, preparata sul fronte per fondo in color rosso/rosato, delle dimensioni di 240 x 168 mm ca. e spessore 0,2 mm ca. Rappresenta il volto di un uomo, dell'età di circa 35/40 anni.

Lo sguardo è rivolto a destra, e il soggetto e’ posto leggermente di 3/4. Il disegno, per tratto, risulterebbe essere realizzato da parte di autore mancino o comunque ambidestro. Il volto di quest’uomo è caratterizzato da un raffinato sfumato, dai contorni “ magnificamente indefiniti” e da un tratto assolutamente  leggero: un volto assorto, che sembra emergere come in un sogno, come per  “apparizione” improvvisa caratterizzato da dolcezza e umanità incredibile.

Sul retro il disegno riporta nel mezzo le scritte Milano - XVI sec - e un ulteriore scritta nella parte in basso verso sinistra (per chi guarda) e che tramite l’indagine diagnostica è risultata essere stata scritta con inchiostro ferrogallico che così recita “FE Salai 1511 Dino” esattamente uguale alla scritta presente sul “Cristo Redentore/Salvator Mundi” attualmente di proprietà e in collezione della Veneranda Biblioteca Ambrosiana 

Il volto per caratteristiche richiama subito alla mente, sebbene in età più giovane, il volto del famoso “Autoritratto di Torino”, ovvero il ritenuto volto di Leonardo Da Vinci, ma, alla luce di una traccia di aureola presente al di sopra del capo, per una certa cultura, potrebbe anche essere la rappresentazione del volto di un Cristo.

L’opera potrebbe quindi rappresentare una importante testimonianza nella stimolante discussione sulle fattezze di Leonardo da Vinci, ma anche, per taglio frontale, recuperare quell’idea di un possibile ritratto del Cristo, il celebre "Salvator Mundi” che proprio nella bottega del Maestro Da Vinci ebbe a rifiorire per tutto il XVI sec.

Il disegno fa la sua prima comparsa nel panorama delle possibili opere di ambito loenardesco alla fine del 2019 (anno dei festeggiamenti del cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci) a seguito dell’acquisizione di questo disegno nella collezione di due collezionisti lecchesi, i quali lo presentano per ritrovamento in conoscenza all’opinione pubblica ed in specie al mondo dell’arte il 19.12.2019 durante una apposita conferenza stampa tenutasi a Lecco presso il Palazzo Falck sede della Confcommercio di Lecco alla presenza, in qualità di relatore, dell'esperto vinciano dott. Nicola Barbatelli, scopritore della famosa tavola Lucana o detta altrimenti Tavola di Acerenza.

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The work "Portrait of Lecco" (or Christ of Lario or Christ of Lecco) is a sanguine drawing on laid and watermarked ivory-colored paper, prepared on the front for background in red / pink color, with dimensions of 240 x 168 mm approx. and thickness approx 0.2 mm. It represents the face of a man, aged about 35/40 years.

The gaze is turned to the right, and the subject is placed slightly by 3/4. The drawing, by stroke, would appear to have been made by a left-handed or ambidextrous author. The face of this man is characterized by a refined nuance, with "magnificently indefinite" outlines and an absolutely light line: an absorbed face, which seems to emerge as in a dream, as if by sudden "appearance" characterized by incredible sweetness and humanity. .

On the back the drawing shows in the middle the writing Milan - XVI century - and a further writing in the lower left part (for the viewer) and which through the diagnostic investigation was found to have been written with iron gall ink which reads "FE Salai 1511 Dino "exactly the same as the writing on" Cristo Redentore / Salvator Mundi "currently owned and in the collection of the Veneranda Biblioteca Ambrosiana

The face by characteristics immediately brings to mind, albeit at a younger age, the face of the famous "Self-portrait of Turin", that is the supposed face of Leonardo Da Vinci, but, in the light of a trace of aureole present above the head, for a certain culture, it could also be the representation of the face of a Christ.

The work could therefore represent an important testimony in the stimulating discussion on the features of Leonardo da Vinci, but also, through a frontal cut, recover that idea of ​​a possible portrait of Christ, the famous "Salvator Mundi" which in the workshop of Master Da Vinci flourished throughout the 16th century.

The drawing makes its first appearance in the panorama of possible works in the Loenardesque area at the end of 2019 (the year of the celebrations for the five hundredth anniversary of the death of Leonardo Da Vinci) following the acquisition of this drawing in the collection of two collectors from Lecco, who presented for discovery in public opinion and especially to the art world on 19.12.2019 during a special press conference held in Lecco at the Palazzo Falck headquarters of the Confcommercio of Lecco in the presence, as speaker, of the expert from Vinci dr. Nicola Barbatelli, discoverer of the famous Lucanian panel or otherwise known as the Acerenza Table.

descrizione, analisi e storia dell'opera: Novità
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impronta filigrana

watermark imprint

vergatura: studio distanza filoni e vergelle

study of laid paper characteristics

Raffronto comparativo con il famoso "Autoritratto di Torino"

Comparative comparison with the famous "Self-portrait of Turin"

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