Cristo del Lario o Cristo di Lecco e la
Gioconda
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Christ of Lario or Christ of Lecco and the
Mona Lisa
riflessione della scrittrice-giornalista
ROSETTA SAVELLI
Premio Kafka Italia 2015
Collaboratrice Centro Unesco di Bologna
Collaboratrice con Juliet At Magazine
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reflection of the writer-journalist
ROSETTA SAVELLI
Kafka Italy Award 2015
Collaborator at the UNESCO Center of Bologna
Collaborator with Juliet At Magazine
Due volti belli che narrano in profondità l'animo umano attraverso l'occhio riflessivo ed indagatore di Leonardo da Vinci. Eppure fra le varie similitudini spicca, a mio avviso, una differenza rilevante che risiede nello sguardo, negli occhi, di entrambi. La divina Gioconda pare che guardi chi la sta guardando, con vigile intenzione, mentre il Cristo/ Ritratto di Lecco, pare essere incurante di ciò che lo circonda, appagato da una propria calma interiore. Femminile lei non può e non vuole sottrarsi a piacevoli sfumature di narcisistica vanità, mentre maschile lui si adagia, anche senza compiacimento, sulle proprie sfumature cariche di umanità e consapevolezza. Che possa esistere un legame parentale fra le due figure chissà, potrebbe nella eguale misura che non potrebbe ma poiché Leonardo indaga l'animo nella sua profondità, quella che viene facile di cogliere qui è proprio la parentela di tipo creativo con il genio toscano. La Gioconda il cui fascino principale è rinchiuso proprio nello sguardo enigmatico, proiettato a proteggere verità celate e al contempo proiettato ad indagare le possibili verità celate di chi la sta guardando e osservando, si manifesta affine allo sguardo maturo, conciliante e tollerante del Cristo/ Ritratto di Lecco. La forte carica empatica che riescono a generare questi sguardi è la medesima per intensità e per profonda umanità. Anche il Cristo Cristo Ritratto Di Lecco infatti genera nello sguardo di chi lo sta guardando e osservando un senso di umana pietà e di solidale commozione. Nello sguardo del Cristo di Lecco non si colgono sfumature di narcistica vanità ma al contrario si coglie commozione e comprensione per le altrui vanità attraverso il raggiungimento di un punto di vista più elevato e distaccato. Leonardo da Vinci grande osservatore e indagatore della svariata umanità si fa portavoce attraverso i secoli di sguardi su sguardi, capaci di raccontare tutto quello che la natura umana può contenere dal finito all'infinito.
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Two beautiful faces that narrate the human soul in depth through the reflective and inquiring eye of Leonardo da Vinci. Yet among the various similarities, in my opinion, a significant difference stands out which lies in the gaze, in the eyes, of both. The divine Mona Lisa seems to be looking at whoever is looking at her, with vigilant intention, while the Christ/Portrait of Lecco seems to be oblivious to what surrounds him, satisfied by his own inner calm. Feminine, she cannot and does not want to escape pleasant nuances of narcissistic vanity, while masculine he rests, even without complacency, on his own nuances full of humanity and awareness. Who knows, there could be a parental bond between the two figures, it could be equally likely, but since Leonardo investigates the soul in its depths, what is easy to grasp here is precisely the creative kinship with the Tuscan genius. The Mona Lisa whose main charm is contained precisely in the enigmatic gaze, projected to protect hidden truths and at the same time projected to investigate the possible hidden truths of those who are looking at it and observing it, appears similar to the mature, conciliatory and tolerant gaze of Christ/Portrait of Lecco. The strong empathic charge that these glances manage to generate is the same in intensity and profound humanity. In fact, even the Christ Christ Portrait of Lecco generates in the gaze of those who are looking at it and observing a sense of human pity and sympathetic emotion. In the gaze of the Christ of Lecco we do not perceive shades of narcistic vanity but on the contrary we perceive emotion and understanding for the vanities of others through the achievement of a higher and more detached point of view. Leonardo da Vinci, great observer and investigator of the varied humanity, acts as spokesperson through the centuries of glances upon glances, capable of telling everything that human nature can contain from the finite to the infinite.